Ho avuto l’occasione di incontrare l’autore e compositore Fabio Ilacqua, ammetto che non conoscevo il suo nome fino a poche settimane fa, era la fine di gennaio 2017 quando un mio alunno di quinta elememtare mi disse: “Maestro lo sa che mio cugino scrive per Mina e Celentano? E che l’anno scorso ha vinto Sanremo?” Io, memore della canzone di Elio e le storie tese, ho pensato fosse un piccolo attacco di mitomania. Ma dopo una ricerca su internet ho riscontrato che il mio alunno non aveva ricamato la verità e dopo due settimane (e la seconda vincita a Sanremo) Fabio Ilacqua è venuto in classe a raccontarci della musica, delle sue canzoni, della sua vita, ma soprattutto della bellezza della vita, della bellezza e della forza che ci vogliono in questa società per continuare ad essere se stessi, senza accettare facili compromessi per un successo immediato ma magari non coerente con le proprie idee e prospettive sulla vita.

Ci ha parlato così di come l’uomo occidentale affronta le cose con superficialità seguendo mode che lui crede libere, ma in realtà imposte dai media, e nella canzone Occidentali’s Karma, indaga su questi aspetti anche nei confronti di religioni e filosofie orientali nelle quali chi le vive in quei paesi le sente come permeate profndamente nella vita, mentre l’approccio dell’uomo occidentale è “da turista” (parole di Ilacqua). L’abbinamento delle parole Namastè Alè è efficacemente esplicativo dell’approccio di cui sopra, un saluto di riverenza religiosa accanto al più abusato grido da stadio.

Il testo ha richesto un anno di lavoro in collaborazione con un team fatto di interprete, autori, arrangiatore, compositori, e questa è stata la prima cosa che ci ha detto di questa canzone e che subito ha lasciato insegnanti e alunni sorpesi. Ma la sorpesa è prevedibile se si legge il testo con attenzione, ogni parola è pensata, posizionata con cura e ogni verso apre ad una riflessione, o cita un testo poetico (essere o…..dover essere), o un libro, o un uso di costume (selfisti anonimi), che Fabio ha saputo incastonare in tre minuti e mezzo di musica coinvolgente, ritmo spensierato, coreografia simpatica con un interprete azzeccato, mi permetto di dire , non un cantantone di quelli con il belcanto, ma una voce in cui l’italiano può riconoscersi, una voce che (dopo la maratona del festival) ospite la domenica sera da Fazio su rai3 ha voluto cantare dal vivo, una dimostrazione di autenticità che non è passata inosservata.

L’incontro è stato bellissimo, vedere i ragazzi di dieci anni (non bambini, i bambini davanti ad una proposta matura diventano istantaneamente reagazzi) fare domande pertinenti, intelligenti sulla canzone, sul lavoro di autore e compositore e sulle riflessioni che hanno avuto del filosofico riguardo la loro vita e la società in cui crescono, e tra qualche anno, magari, guideranno. Così quando Ilacqua scrive “la scimmia si rialza” ci dice della sua speranza nell’uomo, nella capacità di rimettersi in gioco e di cercare di andare più nel profondo e (citando l’autore) di non fermarsi ad un mondo bidimensionale, ma cercare la profondità e spostarsi al tridimensionale.

grazie a Fabio per la bella mattinata da parte mia, delle maestre e degli alunni delle quinte della scuola di Gurone!