ECCO ALCUNE NOZIONI UTILI A CHI SI AVVICINA ALLA MUSICA (SUONATA)

RITMO, TEMPO, BATTUTA, DIVISIONE, SUDDIVISIONE

SUONO, RUMORE, VIBRAZIONE

SERIE DI FOURIER PICCOLA APPLICAZIONE JAVA PER SPIEGARE IL TIMBRO

CARATTERISTICHE DEL SUONO

SEMITONO, TONO, SCALA, SCALA MAGGIORE

ALTERAZIONI, SEMITONO NATURALI, TONALITA’

 

RITMO, TEMPO, BATTUTA, DIVISIONE, SUDDIVISIONE

Il “ritmo” è una successione regolare di accenti (in musica) o di cicli (in generale) differenti, è quindi un ritmo il susseguirsi del giorno e della notte, ma lo è anche l’alternarsi tra il battito delle mani ed il silenzio che lo separa dal battito successivo, si può pensare a questo come primo esempio di musica nella storia dell’uomo. Così, la prima cosa che si trova in uno spartito, dopo la chiave di lettura delle note (per gli strumenti a suono determinato), è proprio l’indicazione di come saranno organizzati gli accenti del brano, questa indicazione, sotto forma di frazione, è il “tempo”.

Il tempo indica quanti accenti stanno dentro una battuta o misura, che è quindi la cellula ritmica che viene messa in circolo.

Un tempo 4/4 ad esempio indica che ci saranno quattro accenti dentro ad una misura e che per convenzione sono distribuiti così:

I quarto

II quarto

III quarto

IV quarto

Forte

Debole

Mezzoforte

Debole

Quindi ricomincia il ciclo nella seconda misura e così di seguito.

Ogni quarto viene indicato come “divisione” o “movimento”.

Ogni divisione è a propria volta suddivisa in due o tre “suddivisioni”.

 IL SUONO:

Il suono è una sensazione uditiva che il cervello riceve dal timpano (membrana che si trova nell’orecchio interno) e che viene interpretata come tale se il timpano è sollecitato da una vibrazione regolare.

IL RUMORE:

Il rumore invece è una sensazione uditiva provocata da una vibrazione irregolare.

LA VIBRAZIONE regolare di cui sopra è l’ alternarsi di stati di pressione e depressione dell’ aria.

Il modello più intuitivo per rappresentare questa variazione di pressione è il piano cartesiano: sull’ asse delle ascisse si trova il tempo mentre sulle ordinate si trova lo stato di compressione e decompressione dell’ aria.

La parte nera della curva rappresenta, nel tempo, l’ aumento, il massimo e la diminuzione di compressione dell’ aria, mentre la parte bianca della curva rappresenta la diminuzione di pressione rispetto alla pressione atmosferica mostrando un aumento di decompressione, un massimo e una diminuzione.

CARATTERISTICHE DEL SUONO:

Il suono ha tre proprietà legate alla sua natura fisica:

  1. La quantità di vibrazioni nel tempo di un secondo ne determina l’ ALTEZZA (o FREQUENZA) che si misura in hertz.
  2. L’ ampiezza della curva (l’ intervallo tra i due picchi di pressione positivo e negativo) determina l’ intensità con cui si percepisce il suono, quindi il volume.
  3. La forma dell’ onda ne determina il timbro (che non è altro che la differenza che si percepisce quando la stessa nota viene prodotta da due strumenti diversi, pertanto strumenti simili, come violino e violoncello produrranno forme d’ onda simili tra di loro.

Un’ ulteriore caratteristica del suono di uno strumento è l’ attacco, cioè l’ insieme di rumori (frequenze irregolari) che vengono prodotti al momento in cui comincia il suono, dai quali vengono selezionate, attraverso le caratteristiche dello strumento, le frequenze che possono continuare a vibrare.

Ogni forma d’ onda, anche la più complessa, è scomponibile in onde della forma vista nel grafico precedente (onda sinusoidale o suono puro) di ampiezze e frequenze differenti.

In particolare queste frequenze sono le armoniche (cioè frequenze multiple) della frequenza fondamentale.

 SEMITONO E TONO

Il SEMITONO è l’ intervallo (distanza cioè diversità di altezza) più piccolo tra due note (affermazione valida solo per le scale in uso in occidente).

L’ unione di due semitoni dà il TONO.

Tono e semitono sono le mattonelle che costituiscono le scale.

SCALA:

La scala è una successione di note (frequenze fondamentali) che si trovano, tra di loro, a distanza di toni o semitoni.

Il numero di note nelle scale (generalmente sette) è al massimo di dodici (scala cromatica), infatti aggiungendo un semitono ai dodici suddetti, si raggiunge una frequenza doppia rispetto a quella da cui si è partiti che, per definizione (ma anche acusticamente) è uguale alla nota fondamentale, ma un’ OTTAVA più alta.

Dipendentemente da come sono disposti i toni ed i semitoni si ottengono scale diverse.

SCALA MAGGIORE:

La scala maggiore (detta anche scala IONICA) è costituita da sette note con questa distribuzione di toni e semitoni:

I numeri romani rappresentano i gradi della scala che hanno però anche dei nomi:

Il primo esempio è la scala di DO MAGGIORE:

N.F. sta per Nota Fondamentale cioè nota che origina la scala.

La scala di do maggiore è detta anche scala naturale perché le note si presentano senza alterazioni.

ALTERAZIONI:

Le alterazioni sono simboli che messi a sinistra di una nota (nel pentagramma o anche a destra specialmente per le sigle degli accordi) ne cambiano l’ altezza di massimo un tono:

#DIESIS : alza la nota di ½ tono

b BEMOLLE : abbassa la nota di ½ tono

x DOPPIO DIESIS : alza la nota di 1 tono

bb DOPPIO BEMOLLE : abbassa la nota di 1 tono

n BEQUADRO : annulla le alterazioni precedenti

SEMITONI NATURALI:

Dalla scala di do maggiore (do MAJ) si desume un’ informazione importantissima, cioè tra MI e FA come tra SI e DO esistono distanze di semitono che definiremo NATURALI.

TONALITA’:

Tenendo in considerazione i semitoni naturali, la disposizione di toni e semitoni e con l’ ausilio delle alterazioni, posso costruire una scala maggiore da una qualsiasi nota (leggersi anche altezza) creando così scale maggiori in diverse tonalità, che corrisponderanno alla nota del primo grado (tonica).

Le scale non inserite in questa tabella necessitano di doppie alterazioni per essere realizzate, ad esempio SOL# maj:

Queste scale esistono solo in teoria ma non nelle applicazioni pratiche.